Sulla riva occidentale del fiume Nilo, proprio difronte alla città di Luxor, si ergono maestose due enormi statue, sono quelle dei Colossi di Memnone, con lo sguardo diretto verso il punto dove sorge il sole.
Queste due statue gemelle erano state poste a guardia dell’ingresso del Tempio di Milioni di Anni, un gigantesco luogo di culto e complesso funerario, che ogni faraone del Nuovo Regno dedicava a se stesso, per affermare la propria natura divina.
Entrambi i due colossi alti ben 18 metri, raffigurano il faraone Amenophis III, vissuto circa 3400 anni fa, lo raffigurano seduto in trono, nella posa della regalità con il tipico copricapo, con le mani appoggiate sulle ginocchia e con lo sguardo rivolto ad oriente verso il Nilo, il fiume sacro agli egizi.
Ai lati del trono, decorato con le figure che simboleggiano il corso N ed S del Nilo, erano raffigurate, in proporzioni più piccole, la madre e la sposa del faraone.
Entrambe le statue subirono seri danni a causa del terremoto del 27 A.C, che causò la distruzione del tempio che era eretto dietro, uno dei colossi di cui si salvò solo la parte inferiore che riportò delle crepe, si scoprì avere la particolarità di emettere un caratteristico suono, solitamente all’alba quando veniva riscaldato dai raggi del sole che faceva evaporare la rugiada, produceva un suono simile ad una musica.
Ne nacque una leggenda popolare, secondo la quale Eos la dea dell’alba, dopo la morte del figlio Memnone re etiope che fu ucciso da Achille, piangeva ogni mattina lacrime di rugiada, il suono emesso dalla statua fu quindi interpretato come un saluto che il re morto mandava a sua madre.
La musica cessò quando nel 199 l’imperatore Settimio Severo fece restaurare la statua.
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